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Trulli in Centro Monumentale di Alberobello
Video di Alberobello
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Trulli Monte Pasubio Resort
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In zona monumentale di Alberobello, l'emozione di vivere come vivevano una volta in chiave moderna. Nella bellissima Puglia trulli in pieno centro monumentale di Alberobello 2/4/6 posti letto recentemente e finemente ristrutturati con gusto.
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Trulli suite Monte Pasubio
La Storia di Alberobello
"LE CASEDDE" COSTRUZIONI SENZA TEMPO CON UN CONO PER CAPPELLO
Le "casedde", come vengono popolarmente chiamati i trulli in Valle d'Itria, sono davvero costruzioni senza tempo in un paesaggio fiabesco che incanta per le sue geometrie fatte di trulli, muretti a secco, vigneti e uliveti.
A ben osservare i trulli sembrano proprio dei personaggi da favola con il loro bianco cappello, e sono lì a ricordarci la determinazione e la tenacia dell'uomo a trasformare in suo favore condizioni ambientali avverse, a trasformare la pietra, di cui abbonda il territorio collinare altosalentino, da fattore negativo di ostacolo alla coltivazione a fattore positivo di materia prima per i terrazzamenti, per i muretti a secco e per la costruzione delle proprie dimore.
Sino agli anni cinquanta il trullo rappresentava la costruzione tipo delle nostre campagne, la sua costruzione costava un terzo che una casa in muratura. Oggi non è più così, ma si assiste a un recupero e restauro degli antichi trulli e persino, a nuove costruzioni a trullo grazie a nuovi "muratori" che con passione e impegno tramandano l'arte antica del "trullaro" sotto la guida attenta di arzilli "giovani" maestri ultrasettantenni.
I Trulli (dal greco tardo τρουλλος, cupola) sono antiche costruzioni in pietra "a secco", coniche, di origini protostoriche; tuttavia, nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti archeologici di epoca preistorica, o fondazioni di capanne in pietra risalenti all'età del bronzo, non esistono trulli particolarmente antichi: questo sarebbe giustificato dal fatto secondo cui piuttosto che provvedere alla riparazione dello stesso in caso di dissesto, si preferiva abbatterlo e ricostruirlo per motivi economici, riutilizzandone il materiale. I trulli più antichi di cui ci resti traccia oggigiorno sono stati costruiti nel XVI secolo a ridosso del promontorio pugliese della Murgia.
I trulli, di pianta circolare, sono costruiti con pietre raccolte e modellate in modo da creare una sorta di mattonella; possono essere composti da un vano semplice, oppure da più ambienti, che in genere vengono aggiunti per gemmazione attorno al vano centrale. Sono abitabili solo al piano terreno, ma al di sotto di essi possono essere ricavate delle cisterne per conservare l'acqua piovana.
Gli spessi muri del trullo erano costruiti a secco con una particolare tecnica di sovrapposizione di pietre e molto spesso erano dotati di una intercapedine, dove veniva collocato del terriccio, per mantenere gli ambienti interni freschi d'estate e caldi d'inverno. Questi vengono sormontati da una pseudo-cupola (ovverosia una serie di lastre orizzontali disposte a gradini rientranti verso l'alto), costituita da un doppio strato di pietra calcarea: uno interno, di rocce, e l'altro esterno, di lastre, frequentemente adornata da decorazioni a carattere esoterico, spirituale o scaramantico.
Si pensa che inizialmente l'intera costruzione fosse costituita dalla sola cupola, ma oggigiorno non si hanno conferme né smentite in tal senso. All'apice di ogni trullo è collocata una pietra, che risulta essere la chiave di volta della copertura a cono, oltre ad avere una funzione ornamentale.
I Trulli sono stati dichiarati patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.
Alcune tipologie costruttive dei trulli presenti sulla Murgia Nord-OccidentaleIl promontorio della Murgia, ricco di pietre e formazioni calcaree, ha dato la possibilità agli ingegnosi costruttori dell'epoca di progettare queste costruzioni.
La zona più importante dei Trulli è rappresentata dalla Valle d'Itria. Qui la città di Alberobello (BA), avendo un intera area cittadina edificata con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la "Capitale dei Trulli". Altre zone di particolare importanza sono rappresentate dalle campagne circostanti di Locorotondo (BA); Martina Franca (TA); Cisternino, Ostuni, Fasano e Ceglie Messapica (BR). Costruzioni simili sono presenti anche nella zona settentrionale del promontorio della Murgia, nelle zone di Monopoli e di Polignano a Mare (Bari); tali costruzioni più vicine al mare ed utilizzate per altri scopi, hanno evidenti particolari architettonici differenti.
Anche nel Nord-Barese, nella Murgia Nord-Occidentale, si rinvengono numerose costruzioni a trullo. Queste venivano soprattutto utilizzate, dai pastori, come ricoveri temporanei. Alcuni sono di fattura molto pregiata, altri invece molto più semplici.
Per la costruzione della ripica struttura pugliese venivano utilizzate pietre calcaree del posto, il cui utilizzo ne implicava la rimozione dai campi, laddove impedivano la coltivazione. A ciò si deve l'esistenza di numerose tipologie costruttive, le quali dipendendo molto dal tipo di pietra rinvenuta (a chianca, tondeggiante, più o meno facilmente lavorabile, ecc.), variano anche nel raggio di pochi chilometri.
Il trullo era una tipica costruzione contadina, dove il cozzaro, ovvero colui che coltivava la terra del padrone, poteva avere un giaciglio dove dormire e tenere gli attrezzi del campo. I bambini usavano dormire in alcove scavate come nicchie direttamente nel muro e divise dall'ambiente principale tramite tende.
Alcune travi di legno, tuttora visibili nei trulli attuali, non avevano funzione strutturale ma servivano piuttosto per appendere le vivande e le provviste, tenendole sollevate da terra (non di rado il pavimento, in terra battuta, era condiviso da persone e animali domestici).
Si pensa che anticamente i Trulli venissero utilizzati per evadere il pagamento delle tasse sulle case. Ci sono varie teorie in proposito. Una di queste afferma che i Trulli venivano usati per comunicare mediante segnali di fumo l'arrivo di eventuali controlli; in quel caso venivano letteralmente scoperchiati, in attesa di essere ricostruiti una volta passato il pericolo.
Una diceria popolare vuole che nell'approssimarsi della venuta del padrone che chiedeva il pagamento del dazio per la residenza nel terreno, ai cozzari bastasse tirare via una sola pietra per far crollare tutta la costruzione, facendo apparire il tutto come un semplice cumulo di pietre.
I Trulli sono stati dichiarati patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.
Posizionamento Trulli suite Monte Pasubio
Trulli Cathedral Calvario
Trulli Regina
Vieni a trascorrere la tua vacanza o un weekend davvero speciale nel nostro incantevole TRULLO (monolocale di ca. 25 mq) sito nella zona centrale-monumentale di ALBEROBELLO (BA – ITALY), per trascorrere indimenticabili giorni/notti nella capitale dei trulli. Un ritorno al passato senza grandi esigenze (un immobile degli inizi dell’800 ristrutturato) ma con i confort indispensabili.Due quattro posti letto in due camere da letto matrimoniali di ui uno soppalcato.
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Posizionamento Trulli Regina Alberobello
Trulli Agrusti Pugliaresort
Posizionamento Trulli PietraDimora
Posizionamento Trulli PietraDimora
Matera è una città antichissima, il cui territorio testimonia insediamenti senza soluzione di continuità sin dall'età paleolitica[7]. Infatti nelle grotte sparse lungo le Gravine materane sono stati ritrovati diversi oggetti risalenti a quell'epoca, testimonianti la presenza di gruppi di cacciatori. Nel periodo Neolitico gli insediamenti diventarono più stabili, tanto che sono presenti tracce evidenti di diversi villaggi trincerati, in particolare sulla Murgia Timone. Con le Età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell'attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina[7]. Sorta su un preistorico villaggio trincerato, la città che si sviluppò successivamente ha probabili origini greche, come afferma il Volpe nelle sue Memorie storiche profane e religiose sulla città di Matera, citando anche l'Ughelli, il Pacichelli ed il Padre Bonaventura da Lama che erano giunti a tale conclusione. Ciò sarebbe confermato dall'emblema della città, il bue con le spighe di grano, che secondo il Volpe stesso è un simbolo tipico della Magna Grecia; inoltre il Gattini cita l'ipotesi di alcuni storici secondo i quali riprodurrebbe l'emblema della città di Metaponto, che era appunto un bue, mentre le spighe di grano erano figure ricorrenti nelle monete greche. Gattini a conferma di ciò cita anche alcuni versi del poeta Tommaso Stigliani: «Il marinaro di Metaponto antica, la quale a nostra età dett'è Matera», e fa riferimento all'accoglienza data da Matera ai profughi metapontini dopo la distruzione della loro città da parte di Annibale.
La città, secondo l'ipotesi del Cely Colaianni, sembra essere stata anticamente chiamata Mataia ole dai Greci, che deriva da Mataio olos, il cui significato è tutto vacuo, con riferimento alla Gravina, fossa attraversata da torrenti; ulteriore ipotesi è che il nome derivi da Mata (cumulo di rocce), radice utilizzata per diversi nomi geografici. Un'altra teoria, piuttosto fantasiosa, fa derivare Matera dal greco Meteoron ovvero cielo stellato, dato che alcuni cronisti del passato, osservando i Sassi illuminati di notte, li hanno descritti come un riflesso del cielo stellato soprastante. E non manca chi ricollega il toponimo a Mater ovvero madre terra, a Materia (matheria) o Materies termini che indicavano la legna da taglio o da costruzione, in riferimento alle zone boschive in cui la città sorgeva; il Gattini, invece, riferisce il toponimo ai termini ebraici Matterah (carcere) o Me terah (acqua pura). Altri sostengono che il nome derivi dalle iniziali di Metaponto ed Heraclea, avendo accolto profughi delle due città dopo la loro distruzione; infine Mateola, nome antico della città, potrebbe derivare dal consolato romano di Quinto Cecilio Metello Numidico, che la riedificò e la fece cingere di mura e di alte torri[8]. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia (Liber III, 105) chiamò Mateolani gli abitanti della città e li elencò tra gli Apuli, anche se la desinenza dell'aggettivo in -anus evidenzia chiaramente l'influenza osca dei Lucani, in quanto la città era situata proprio sul confine apulo-lucano[9] nella regione anticamente chiamata Peucezia[10].
Nel periodo della Magna Grecia, Matera ebbe stretti rapporti con le colonie situate sulla costa metapontina, e successivamente in età romana fu solo centro di passaggio ed approvvigionamento[11]. Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio longobardo e venne annessa al Ducato di Benevento. I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra gli stessi Longobardi, i Saraceni ed i Bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi del territorio, e la città fu distrutta dalle truppe di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel tentativo di cacciare i Saraceni.
Nel frattempo, a partire dall'VIII secolo, il territorio materano fu teatro di una notevole immigrazione di monaci benedettini e bizantini, che si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in Chiese rupestri. Dopo l'insediamento dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe un periodo di pace. Nei secoli seguenti, fra carestie e terremoti, Matera fu a lungo città Regia, in quanto si liberava dal dominio feudale riscattandosi più volte, ma sotto gli Aragonesi la città fu ceduta al Conte Giovan Carlo Tramontano, che nel 1514 venne ucciso dalla popolazione oppressa dalle tasse. Nel 1663, in epoca spagnola, Matera uscì dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui fino ad allora era parte integrante, diventando capoluogo della Basilicata. Tale titolo le rimase fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze a Potenza. Nel 1927 la città divenne capoluogo di provincia.
Matera fu la prima città del Mezzogiorno ad insorgere contro i nazisti; infatti il 21 settembre 1943, giorno della strage di Matera, il popolo materano insorse contro l'oppressione esercitata dall'occupazione nazista. Undici persone trovarono la morte a seguito dei mitragliamenti tedeschi in ritirata. La giornata raggiunse il suo culmine con la feroce rappresaglia nazista che costò la vita ad altri 13 cittadini fatti saltare in aria nel "palazzo della milizia". Nel 1948 nacque la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. Nel 1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono i 15.000 abitanti dei Sassi. Nel 1980 fu parzialmente danneggiata dal terremoto dell'Irpinia e dalle scosse che seguirono. Nel 1986 una nuova legge nazionale finanziò il recupero degli antichi rioni materani, ormai degradati da oltre trent'anni di abbandono. Nel 1993 infine i Sassi di Matera furono dichiarati dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'umanità.
Cummersa del Monsignore
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http://www.pugliaresort.com La Corte di Ercole - Dimora in Trulli
Mete suggerite: Il Carnevale di Putignano in Febbraio
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